È una delle principali cause di litigio tra condomini. Il rumore provocato dalla presenza di un animale in casa costituisce ragione fra le più importanti cause di conflitto, quando non diventa motivo per istituire vere e proprie guerriglie tra nuclei familiari
In genere il casus belli è determinato dalla presenza di un cane oppure di un gatto particolarmente vivace e giocherellone, che può provocare il risentimento dei vicini di casa più prossimi, spesso decisi a chiedere i danni laddove si sentano invasi e in qualche modo pervasi da un pernicioso ed indesiderato vicino
Il Legislatore ha deciso di normare questa condizione con una legge, la 220 del 2012 che all’art.16, rimodulato nel Giugno dell’anno successivo, ha sancito che la proprietà di un cane va intesa come possesso di un essere senziente e non di un semplice bene. Sul piano giuridico è stato quindi sancito che un animale domestico è un vero appartenente del nucleo familiare che non può legittimare pertanto una sbrigativa rimozione, in nome del diritto alla tranquillità. Il codice ammette anche che debbano essere assunte tutte le misure necessarie affinché un animale non arrechi disturbo alla quiete del condominio, ma non può, in assenza di tali condizioni, essere rimosso. La Corte di Cassazione parla con chiarezza. Non si possono rimuovere coloro che appartengono al nucleo familiare, salvo che tale allontanamento non sia volontario. Nel caso di un animale domestico pertanto tale condizione, quella di una rapida rimozione, non può sussistere.